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A chi non è mai capitato di essere in ansia? Ognuno di noi avrà provato ansia in alcuni momenti della propria vita, per esempio quando dobbiamo sostenere un esame all’università o un colloquio di lavoro, quando ci troviamo di fronte ad una cosa nuova da affrontare… tutti momenti in cui sentirsi ansiosi è perfettamente normale.

Può succedere, invece, che a volte diventa difficile controllare le proprie preoccupazioni perché l’ansia diventa eccessiva e può portare a condizionare la vita quotidiana.

Si può arrivare a provare ansia per qualunque cosa: preoccupandoci per la propria salute e l’incolumità delle persone care, avere il timore di eventi catastrofici esterni (tipo terremoti) senza che via sia prova oggettiva che stiano per accadere; qualcuno può descriversi come sono sempre stato ansioso.

Oltre ad un’ansia e preoccupazioni sproporzionate rispetto all’evento temuto, si possono associare anche altri tipi di sintomi fisici come affaticamento, irrequietezza, irritabilità, problemi di concentrazione, insonnia, sintomi gastrointestinali, tensione muscolare.

In questi casi è possibile che si tratti del Disturbo d’Ansia Generalizzata (DAG) e le preoccupazioni si riflettano su circostanze quotidiane e piccole cose: per esempio il timore di far tardi ad un appuntamento o di non finire i lavori domestici.

Ma soprattutto uno dei segni distintivi è il rimuginio.

Il rimuginio riguarda la preoccupazione verso eventi futuri, percepiti come pericolosi, per i quali si può sentire la necessità di prepararsi, di trovare le soluzioni possibili per gestire queste minacce.

Per ritrovarsi a pensare, pensare, pensare…rimuginare.

Quando si ha a che fare con il Disturbo d’Ansia Generalizzata il rimuginio può essere vissuto come incontrollabile ed avere grosse difficoltà a interromperlo sebbene questo provochi anche un certo malessere. Nonostante ciò, il rimuginio viene visto come una valida arma contro i suoi sintomi: dato che le preoccupazioni emergono nella mente in continuazione, rimuginando si può avere l’impressione di potersi preparare ad affrontare la situazione e di sentirsi quindi maggiormente pronti e sicuri.

In realtà però è proprio l’atto del rimuginare ad accrescere ulteriormente i sintomi ansiosi, creando un vero e proprio circolo vizioso.

A differenza delle fobie che hanno un oggetto o situazione specifica su cui si focalizzano, nel DAG sono appunto “generalizzati”.

Chi soffre di disturbo d’ansia generalizzata tende ad essere costantemente in allerta, a percepire ogni evento o situazione come una possibile minaccia.  Se infatti una preoccupazione particolare (per esempio essere in ritardo per un appuntamento) viene smentita (arrivando in perfetto orario), ecco che subito ne sorge un’altra che intrappola chi soffre di DAG impegnandola in un rimuginio continuo, come se fosse impossibile da rassicurare; anche nelle situazioni di calma e tranquillità si può avere il timore che succeda qualcosa e che andrà a finire comunque male.

Spesso, per cercare di non alimentare le ansie e le preoccupazioni, si evitano determinate situazioni o si fugge: per es. si dice no ad un appuntamento con gli amici perché si ha il timore di non riuscire a finire le faccende domestiche o di non finire di studiare per il compito del giorno dopo, oppure non si dà il permesso al figlio per andare in gita per paura che possa succedergli qualcosa, oppure si rinuncia ad andare in un posto nuovo per timore che “non sai mai cosa può succedere”; insomma tutte situazioni quotidiane che però provocano sentimenti di ansia eccessiva.

Questo oltre ad avere delle conseguenze nella vita sociale, può togliere la possibilità da una parte di vedere che non è detto che debba per forza “succedere qualcosa di brutto”, dall’altra che anche se dovesse succedere qualcosa si avrebbero la capacità per affrontarle.

Questi comportamenti possono portare a delle conseguenze anche sull’autostima: si inizia a maturare un’opinione negativa di noi stessi “sono un incapace” “non riesco a fregarmene”, portandoci a pensare di essere una persona debole e insicura e quindi a sentimenti ed emozioni di inadeguatezza e tristezza.

Le cause del disturbo d’ansia generalizzata possono essere di diverso tipo: possono essere variabili psicologiche, biologiche e ambientali in relazione tra loro. Da un punto di vista psicologico, si possono tenere in considerazione alcuni fattori di rischio che potrebbero predisporre maggiormente una persona allo sviluppo del disturbo d’ansia generalizzata: esperienze negative o traumatiche, esposizione prolungata a fattori stressanti, malattie croniche e invalidanti e infine ci potrebbe essere anche una variabile di tipo genetico.

È un disturbo che può peggiorare nei periodi di maggiore stress.

Ma si può fare qualcosa?! Soprattutto nei periodi di stress?!

In questi periodi, in cui di solito l’ansia e le preoccupazioni possono aumentare, si potrebbe provare da un lato a mettere in atto quelle che sono delle buone e sane abitudini per rilassarsi:

  • dedicare del tempo a sé stessi
  • fare attività piacevoli
  • fare attività fisica
  • assicurarsi di mantenere una buona igiene del sonno
  • cercare di limitare situazioni stressanti o l’ascolto di informazioni potenzialmente ansiogene

Per quanto riguarda invece il rimuginio, possiamo fermarci un attimo e mettere per iscritto su un foglio, nero su bianco, i pensieri che ci affliggono, già questo a volte aiuta perché nel cercare di scrivere si può sospendere il rimuginio. Inoltre, possiamo vedere di che tipo di contenuto sono questi pensieri e provare a valutare se obiettivamente sono tutte cose possibili o se a volte non lo sono, ma che in alcuni momenti ci appaiono comunque come tali perché entriamo nel circolo vizioso del rimuginio.

Se questi piccoli suggerimenti non funzionano, allora il consiglio è quello di richiedere un consulto ad uno psicologo/psicoterapeuta cognitivo-comportamentale (terapia che sembra essere tra le più funzionali nel trattamento di questo tipo di disturbo) che farà una valutazione specifica e saprà consigliare la strada giusta da intraprendere per raggiungere un maggior benessere psico-fisico, per sentirsi più efficaci, migliorando la qualità di vita.